Nella seconda giornata del Festival si è parlato di Comunità di Energia Rinnovabile (CER) nel dialogo "Le forme di partecipazione e governance dell’energia", nel quale ha partecipato il Vice-direttore di Federazione Toscana BCC (FTBCC) Gianni Parigi (in foto), presentando il modello cooperativo di CER promosso da FTBCC.
"Partecipare" è stata la parola chiave della sesta edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile che si è chiuso il 6 ottobre a Firenze.
Un appello che ha preso forma nel “Manifesto dei giovani per una Nuova Economia Sociale e Civile”, redatto dai molti studenti provenienti da tutta Italia durante la tre giorni del Festival, consegnato ai vertici del comitato promotore: al presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba, al presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, al Direttore Generale di NeXt Economia, Luca Raffaele.
Il Festival Nazionale dell’Economia Civile è impegnato a rendere sempre più protagonisti i giovani, sia con percorsi formativi, sia lasciando spazio di elaborazione e proposta, come è accaduto per la stesura di questo Manifesto dei Giovani per la Nuova Economia che deve diventare a sua volta un punto di riflessione e azione.
“Un’edizione – ha detto il presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba – che ha dato tanto spazio ai giovani. Alle loro idee ed ai loro progetti concreti. È l’Italia migliore, inclusiva e generativa, quella che ha potuto esprimersi in questi quattro giorni a Firenze. Abbiamo discusso anche di nuove modalità di attenzione ai territori attraverso la creazione di reti di comunità dove, nello specifico della cooperazione di credito, un ruolo centrale potranno avere le banche di credito cooperativo. Individuare i migliori agenti del territorio, cucire relazioni, focalizzarsi sul bene comune. Partecipare. Questo l’impegno che ci lascia la sesta edizione di FNEC”.
Promuovere un nuovo paradigma, capace di andare oltre l’homo oeconomicus; andare oltre il PIL e guardare piuttosto alla felicità individuale e collettiva, come nei riferimenti della Ricerca del Benvivere, facendo del profitto uno strumento e non un fine: è questa la ricetta dei giovani autori del Manifesto, pienamente consapevoli che la qualità della vita non dipende solo dal denaro.
“Noi giovani – si legge – ci impegniamo a sostenere e sviluppare imprese che abbiano come obiettivo non solo il profitto ma anche il miglioramento delle condizioni sociali e ambientali dei nostri territori. Ci impegniamo ad acquistare consapevolmente, informandoci sul luogo di provenienza dei prodotti e sulle condizioni di lavoro”.