Il Festival Nazionale dell’Economia Civile si è svolto dal 28 settembre al 1 ottobre a Firenze e ha visto la partecipazione della Federazione Toscana BCC e delle Banche di Credito Cooperativo Toscane associate.
Si conclude con la firma di 220 professori universitari italiani e stranieri del “Manifesto per una Nuova Economia”. Tre i punti fondamentali del documento: la sostenibilità e l’economia civile devono diventare materie trasversali in tutti i corsi di laurea; vanno sviluppate alleanze tra università, terzo settore e imprese a supporto delle comunità locali e, infine, si chiedono strumenti di valutazione della sostenibilità integrale delle università e dei progetti realizzati.
Protagonisti di queste quattro giornate fiorentine sono stati i giovani che, in chiusura, hanno avanzato una serie di proposte per una più concreta e fattiva partecipazione alla vita politica e sociale del Paese.
In particolare, gli studenti hanno chiesto di rafforzare la loro rappresentanza all’interno delle amministrazioni locali per co-progettare soluzioni sostenibili a favore dei territori. Al contempo chiedono percorsi formativi scolastici più concreti e attenti ad una educazione civica ed economica basata sui principi dell’economia civile.
“Più di duecento professori – ha detto Leonardo Becchetti, Direttore del Festival Nazionale dell’Economia Civile e co-fondatore NeXt – Nuova Economia per Tutti – hanno firmato in questi giorni un manifesto in favore di questa visione più larga dell’economia. Questa visione diversa ci aiuta ad individuare le risposte più promettenti alle crisi dei nostri tempi. Accelerare la transizione ecologica in modo intelligente ne aumenta la sostenibilità sociale, la logica delle comunità energetiche e delle comunità di cura indica come la coprogrammazione tra settore pubblico, not for profit e imprese profit aumenta le nostre capacità di risposta ai problemi”.
“Un Festival che ci ha mostrato ancora una volta – ha detto Augusto Dell’Erba, Presidente di Federcasse – quanto nel nostro “Paese vi sia già “tanta” economia civile alla quale possiamo guardare con fiducia e speranza.
“Qui a Firenze – ha aggiunto – abbiamo incontrato e apprezzato tanti giovani motivati, consapevoli delle emergenze e anche degli orizzonti che hanno di fronte e mi sembrano tutti decisi ad intervenire. Abbiamo anche conosciuto giovani sindaci che lavorano in silenzio per costruire comunità “integralmente “sostenibili, partecipate, davvero ispirate al bene comune. Questa freschezza e questa energia aiuteranno l’economia civile a diffondersi anche dal basso, posto che questi temi. Come banche cooperative di comunità continueremo con convinzione a sostenere questo momento essenziale di confronto e dibattito; e sui territori a lavorare per sostenere le comunità in chiave di inclusione e nella logica della mutualità bancaria”.
La quinta edizione del Festival dell’Economia Civile, ha spiegato ancora Becchetti, “ci aiuta ad approfondire i segreti che hanno determinato il successo o il fallimento delle comunità e dei territori del nostro paese: accesso universale a sanità ed istruzione, forza cooperativa che moltiplica le energie individuali, partecipazione, cittadinanza attiva. La logica del Festival è quella di unire i generativi, censire ed approfondire le caratteristiche delle buone pratiche di cui è pieno il Paese. Il consenso verso questo modo nuovo di vedere l’economia che punta a soddisfazione e ricchezza di senso di vita sta crescendo ed ha avuto proprio in questi giorni incoraggiamenti dal presidente Sergio Mattarella e da Papa Francesco che hanno espressamente parlato dell’economia civile come speranza e possibile risposta”.
“Assistiamo a un ampliamento delle diseguaglianze – ha sottolineato Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative – che si traduce in povertà energetica, digitale, lavorativa, abitativa, formativa e sanitaria. Le cooperative ci sono. Possono offrire risposta alla povertà energetica e allo sviluppo dei territori. Sono già protagoniste nel welfare dove sono sussidiarie allo Stato, ma possono dare di più nella riorganizzazione dell’assistenza primaria. Dobbiamo avere la forza di rendere concreti progetti che diano al Paese una visione di futuro”.
Fonte: Federcasse